Un buon progetto di architettura non può che nascere da un buon rapporto fra l’Architetto e il suo cliente. L’Architetto è come un sarto che deve saper cucire un vestito perfetto sul corpo del cliente e quindi deve conoscerlo bene. Ogni progetto architettonico deve essere un unicum capace di interpretare i desideri del cliente, ed ognuno ha i propri desideri. Occorre essere anche un po’ psicologo, capire i bisogni, le ansie, i dubbi del cliente e sublimarli nelle bellezza del progetto. La realizzazione della propria casa e uno dei momenti di maggior stress, forse più del matrimonio, nella vita di una persona..
Oltre a queste problematiche relative al rapporto con i propri clienti, occorrono altre conoscenze più generali sulla psicologia dell’abitare. Da alcuni anni sta emergendo una nuova figura professionale capace di sintetizzare la progettazione e la psicologia: l’architologo che è uno specialista in psicologia dell’architettura, ovvero un esperto che, attraverso lo studio della neuroscienza, approfondisce l’indagine sul comportamento umano attraverso lo spazio e l’interior design.
A tal proposito l’Università di Padova ha inaugurato recentemente un master in Psicologia Architettonica del Paesaggio, dove si fornisce ai corsisti conoscenze relative a diversi ambiti della psicologia architettonica. La psicologia architettonica è un ramo della psicologia ambientale, che si occupa di studiare il rapporto tra l’individuo e il suo ambiente, una progettazione che tiene conto delle caratteristiche cognitive, affettive, comportamentali e motivazionali degli utenti. Anche l’Università Iuav di Venezia ha lanciato il master internazionale NAAD coniando lo slogan: People can live better. Ogni giorno siamo mossi dalle aspettative: queste fluttuano nella nostra mente cosciente e nel livello più profondo del nostro essere. Le neuroscienze e l’architettura, la biologia, l’antropologia, l’arte e la scienza ora possono aiutarci a ricostruire una più ricca sintonia tra noi e il luogo in cui viviamo.